SCUDIT, SCUOLA D'ITALIANO
ROMA, PRESENTA MATDID, MATERIALI DIDATTICI DI ITALIANO PER STRANIERI |
Materiale:
n. 312 - Data:
01.06.2018 - Livello:
elementare 2 (A2) -
autore: Giulia Grassi
LE FACCE DI
MICHELANGELO
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Nel 2014 sei
milioni di visitatori sono entrati nella Cappella Sistina, al
Vaticano, per
vedere gli
affreschi di Botticelli, Perugino, Ghirlandaio e,
soprattutto, di
Michelangelo.
Questa è forse la rappresentazione più
famosa di San
Bartolomeo, uno dei dodici apostoli. Altri, invece, danno una spiegazione più psicologica: Michelangelo è ormai ultrasessantenne, dipinge in quel volto il suo stato d'animo, l'enorme fatica fisica e spirituale necessaria per portare a termine il grande dipinto.
Minosse
Minosse, il giudice infernale, è rappresentato da Michelangelo in modo particolare. Ha lunghe orecchie d'asino, simbolo di stupidità, e un serpente intorno al suo corpo nudo morde i suoi testicoli. È certamente un modo poco rispettoso di dipingere questo essere che, secondo Dante, decide in quale parte dell'Inferno devono andare le anime dei dannati (Inferno, canto V). Giorgio Vasari (Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, 1568) scrive che Minosse ha il volto di Biagio da Cesena, il Maestro di Cerimonie di papa Paolo III Farnese. Biagio aveva criticato i nudi dipinti da Michelangelo, secondo lui troppi e non adatti a quel luogo santo. E Michelangelo si era vendicato così. Secondo alcuni critici moderni, però, non si tratta di Biagio da Cesena, ma di uno dei figli del papa, Pierluigi Farnese. Era un uomo depravato e crudele: aveva stuprato ucciso un giovane vescovo, Cosimo Ghieri e Michelangelo voleva forse rappresentarlo in questa figura demoniaca.
In realtà noi non sappiamo come stanno le cose. Chi
ha rappresentato veramente Michelangelo? Biagio da
Cesena o Pierluigi Farnese? Forse nessuno dei due.
Vergine Maria
Un altro autoritratto di Michelangelo è stato 'scoperto' nel 2016. È l'ultimo in ordine di tempo, dopo quello riconosciuto nel 2009 nell'affresco con la 'Crocifissione di San Pietro' (1546-1550) nella Cappella Paolina al Vaticano. È un autoritratto difficile da vedere: è dipinto di profilo nella parte posteriore del velo della Vergine Maria. Un profilo che «l’appoggio della mano destra della Vergine rende pensoso» e che si può paragonare al famoso ritratto in bronzo di Michelangelo fatto da Daniele da Volterra (a destra).
Per gli autori della scoperta, questo è
«l’autoritratto più segreto e singolare» fatto
dall'artista. E il doppio volto
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