Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma

 
 

Giulia Grassi

 

UNA PIAZZA
PER I PAMPHILJ

  
La trasformazione di Piazza Navona all'epoca di papa Innocenzo X
Vedi anche Piazza Navona; Feste di nozze
 

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L'aspetto attuale di Piazza Navona nasce dai grandi lavori di ristrutturazione voluti da papa Innocenzo X Pamphilj (1644-1655).
La famiglia Pamphilj possiede delle case sulla piazza fin dal 1450; è Innocenzo che decide di trasformare questo spazio urbano nel simbolo della grandezza della sua famiglia, il luogo dove tutti possono concretamente vedere il suo potere e la sua superiorità.

 
Fino al 1644, anno della sua elezione, la piazza è caratterizzata da numerosi palazzetti nobiliari lungo il perimetro e da due fontane cinquecentesche alle estremità. La chiesa di Sant'Agnese in agone, sul lato sinistro, ha la facciata rivolta non sulla piazza ma sulla strada che la fiancheggia (via dell'Anima).
Il papa chiama i fratelli Rainaldi prima, e Francesco Borromini poi, a realizzare un grande palazzo al posto delle costruzioni precedenti e a trasformare la chiesa di Sant'Agnese.

Della piazza vera e propria si occupa invece Gian Lorenzo Bernini. L'artista trasforma le due fontane cinquecentesche (una è la Fontana del Moro) e inventa la Fontana dei Fiumi, con l'obelisco sostenuto da una sorprendente roccia traforata: Piazza Navona diventa così un grande circo, con le tre fontane che suggeriscono l'idea della "spina", come nel Circo Massimo.
 
IGNOTO DEL XVII SECOLO, Piazza Navona intorno al 1630, olio su tela (Roma, Museo di Roma - Palazzo Braschi)
Piazza Navona in una veduta d'insieme anteriore al restauro di Palazzo Pamphilj (sulla sinistra)
Alla fine dei lavori la chiesa di Sant'Agnese, con la borrominiana facciata curvilinea rivolta sulla piazza, diventa di fatto la cappella privata dei Pamphilj, mentre Piazza Navona sembra la corte privata del Palazzo di famiglia. 
Ma questa non è solo l'insula Pamphilia, è anche una delle piazze barocche più belle della città: uno spazio chiuso, al quale si arriva da stradine stette e buie, e che suscita quindi meraviglia per le sue dimensioni e per la presenza di tante opere straordinarie.
 
Palazzo Pamphilj
all'esterno domina la piazza e all'interno è sontuoso. Le stanze hanno nomi che derivano dal soggetto degli affreschi che le decorano: Sala di Bacco, Sala di Ovidio, Sala delle Marine, Sala di Mosè e così via.
Ma sicuramente l'ambiente più bello è la Galleria di Enea
un corridoio lungo m. 33,20 e largo m. 7,20, progettato da Francesco Borromini e decorato da Pietro da Cortona con Storie di Enea. Il pittore la dipinge dal 1651, dopo gli affreschi nel Salone di Palazzo Barberini, sempre a Roma, e dopo quelli nell'appartamento di Ferdinando II dentro Palazzo Pitti, a Firenze. Si tratta perciò dell'opera di un artista nel momento di maggiore maturità espressiva.
La Galleria ha lo scopo di suscitare stupore: qui il padrone di casa conduce i suoi ospiti più raffinati - principi, intellettuali, alti prelati - per mostrare loro l'opera di un genio della pittura. Sulla volta la pittura imita tutti i materiali e tutte le tecniche: cornici dorate, statue marmoree di ignudi, medaglioni in bronzo, corone di alloro. Dei ed eroi, rappresentati con naturalezza e verosimiglianza, raccontano la storia del troiano Enea, sbarcato sulle coste del Lazio per dare origine a una nuova stirpe di conquistatori, i Romani.
La pittura è leggera e dinamica, piena di vitalità e fantasia, caratterizzata da colori chiari e luminosi che danno un'impressione di grande eleganza.
PIETRO DA CORTONA, affreschi con "Storie di Enea" sulla volta della Galleria di Palazzo Pamphilj a Piazza Navona, Roma
 
Dal 1960 il palazzo è proprietà del Brasile: qui ha sede l'Ambasciata di quel Paese. Il governo brasiliano si è impegnato a non modificare gli appartamenti storici ed ha realizzato numerosi restauri, come la recente ripulitura dell'esterno: la facciata, con il suo colore chiaro, ha riacquistato infatti la leggerezza originaria. Il Palazzo non è aperto al pubblico in modo permanente, però è possibile visitarlo presentando una richiesta precisa.