Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma

 
 

Giulia Grassi - Roberto Tartaglione



LA FAMIGLIA PLURALE DI SARKO CHE NON STUPISCE
LA FRANCIA

  

Un articolo di Francesco Merlo apparso il 18.05.2007 sul quotidiano "La Repubblica" 

 
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Il caso. Quel "modello" non scandalizza i vescovi a Parigi. E in Italia?
 
I vescovi di Francia, rosei e sereni monsignori con il fegato sano, ministri di un Dio che è Dio e che dunque non fa l'imbonitore di piazza, capiscono bene che in quella foto c'è il presupposto della Grazia. E' infatti la foto di una bella e grande famiglia benedetta da Dio, di una moderna e riuscita famiglia di famiglie come ce ne sono tante, quella che è finita sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo.

Due sono figli di lei, altri due sono figli di lui, il 
quinto è il figlio di entrambi, e anche i francesi più pettegoli si imbrogliano con le immagini e non sanno bene chi è il padre di chi e chi la madre di chi, un po' come, guardando il famoso fumetto, nessuno è in grado di dire chi è Tom e chi è Jerry.

Anche Nicholas e Cécilia si sono inseguiti, si sono presi, lasciati e poi ripresi, e più di una volta lui l'ha sottratta a un altro perché bisogna sempre riconquistarsi per salvarsi, e a volte è necessario separarsi per liberarsi, e la famiglia muore solo quando ci si rinchiude in un recinto di malumore, e non è vero che la seconda volta è la sconfessione della prima. Dicono persino che, per dispetto d'amore, Cécilia non sia andata a votare e poco importa che non sia vero. La signora infatti non ha comunque alcun senso di colpa, si difende con l'innocenza, e di sé dice che il vecchio ruolo della first lady la annoia: "Non mi ci vedo. Io non sono politicamente corretta".

Insomma, sebbene Madame sia pure bionda, la famiglia che lunedì si è insediata nelle 365 stanze dell'Eliseo, la prima famiglia di Francia, non ha il profumo dell'onestà peccaminosa che hanno, in questi casi, alcune importanti famiglie italiane, considerate sotto sotto come piccoli serragli, una facciata rispettabile per i vescovi biliosi e una gran massa di dettagli viziosi sui rotocalchi; una esibizione di immusonita Virtù nelle cerimonie e una sboccata e insolente vita privata poligama è "femminiera". E invece in Francia neppure in campagna elettorale è stato evocato Maupassant, la Maison Tellier. La Francia è un paese cattolico ma i vescovi sono sereni, anche loro si accorgono che in quella foto non c'è Feydau ma c'è Truffaut, ci sono insomma tutta l'Autorità e tutta la Tradizione dell'amore, di una deliziosa storia d'amore a corollario di una stagione politica vincente. E infatti anche i figli sono tutti belli, i maschi con l'orecchino e con i capelli lunghi, le ragazze un po' impacciate ma eleganti, a riprova che una famiglia plurima, radiale, può essere la migliore protezione per i figli, perché la famiglia è riuscita solo quando i ragazzi stanno bene e quando stanno bene insieme, quando sono belli, dolci, allegri come i cinque della foto che certamente sapranno farsi compagnia anche all'Eliseo.

E anche quella alla Sarkozy è una famiglia che ha bisogno di essere difesa e non solo perché insegna che paternità e maternità sono fatte di esperienze e non di seme, e che per diventare fratello e sorella non basta l'acido desossiribonucleico ma bisogna cercarsi e costruirsi. La famiglia plurima va protetta perché moltiplica le responsabilità e spesso anche le spese, dimezza e complica le vacanze, alla fine peggiora il quality time come direbbero quelli che hanno inventato la parodistica espressione family day accompagnata da quel gesto orrendo delle dita "a virgolette", inutili disinfettanti di parole infette.

Attenzione ovviamente a non cadere nella retorica opposta, quella che il mondo è una grande famiglia e che dunque bisogna sempre e comunque aprirsi al mondo. Non è detto che il padre di famiglia che non divorzia e non si risposa debba per forza avere l'aria del bestione furibondo e perennemente estenuato, e non è detto che in una famiglia "finché morte non vi separi" si coltivino in segreto e nel rancido le emozioni più basse e più alienanti e che le donne siano sempre sottomesse e sopraffatte. Si può essere felici risposandosi, ma conosco qualcuno per il quale sposarsi sei volte, con sei donne diverse, è equivalso a sposarsi sei volte con la stessa donna o, per dirla meglio, sei volte con se stesso.

E' una banalità dirlo ma proprio la famiglia prova che è molto vario il modo di stare al mondo, ciascuno in compagnia di chi gli pare, cercando la propria strada, proteggendo i propri affetti, senza modelli, senza paure bigotte e ovviamente senza le solite impalcature ideologiche del tipo famiglia di destra o famiglia di sinistra.

Agli italiani va raccontato che in Francia non si è aperto un dibattito sulla famiglia di destra e su quella di sinistra. A nessun francese viene in mente che Cécilia possa diventare l'eroina della riscossa laica né che quella insediata all'Eliseo sia la famiglia di destra con addosso i panni della famiglia di sinistra. Qui non c'è una pattuglia di cappellani in marcia su Roma e ciascuno si costruisce come può la propria famiglia senza pensare alla destra e alla sinistra. La famiglia alla Sarkozy è come l'aspirina, come il treno, come i rubinetti dell'acqua: né di destra né di sinistra.

Pensate: solo in italiano le parole matrigna, patrigno, fratellastro e sorellastra hanno un suono dispregiativo che non esiste, neppure come sfumatura, nell'inglese stepmother o nel francese demi-frère. Forse è cosi perché siamo appunto il paese delle mamme, il paese dove la ragion di mamma è più forte, e soprattutto più condivisa, della ragion di stato. Ma stiamo cambiando anche noi. Non so quando manderemo al Quirinale una stramba e perciò normale famiglia com'è quella di Sarkozy, con tanto di matrigna bella e buona. Intanto, per liberarci dello sgradevole rimando a Cenerentola nella famiglia Italia sempre di più ci si chiama con il nome proprio, anche se spesso ci si imbroglia nell'imbroglio della famiglia. Come accadde a quel mio amico e collega, sposato tre volte, con il quale stavo passeggiando in corso Garibaldi a Milano. Ricevette una telefonata, non capì, si imbarazzò, poi disse un po' confuso: "Guardi, ha sbagliato, ma insomma non del tutto. Lei sta cercando il marito di mia moglie".