backuppare |
Viene naturalmente
da backup inglese e significa fare il backup. Attenzione alla pronuncia: gli
italiani dicono proprio "becappare"! |
bannare |
Da "ban" inglese.
Significa che un iscritto a un forum o chi partecipa a una pubblica
conversazione su un social viene cacciato, viene
escluso, viene censurato.
Per l'esattezza viene "messo al bando" (il
bando era un annuncio pubblico che annunciava per
esempio che un determinato personaggio era ricercato
dalla giustizia). I famosi fogli con scritto "Wanted",
tipici dei film western americani, erano dei bandi di
cattura che segnalavano i banditi).
La parola è comunque la stessa da cui deriva "banner",
un annuncio pubblicitario tipico di Internet. Per
saperne di più:
 |
bufala |
Bufala è una
notizia falsa: quando se ne parla si dice spesso
anche fake news.
Ci sono molte possibilità che bufala, nel senso di
notizia falsa, non abbia nessuna relazione con l'animale
(quello famoso anche per le "mozzarelle di bufala").
Probabilmente la relazione è con quelle parole come fon,
sbuffare, uffa... tutte con un riferimento a un soffio,
un soffio di vento. La bufala è una notizia che non
lascia traccia, che vola via, inconsistente come un
soffio. |
caricare/scaricare |
Nessuno vieta di
dire fare il download
o perfino downloadare
(daunlodare),
ma
"caricare" e "scaricare" sono probabilmente i termini
più diffusi fra gli utenti di Internet non
professionisti. Caricare/scaricare significano poi,
etimologicamente, "mettere sul carro". Sì, carro, parola
latina che ha poi dato in inglese la parola car,
automobile. |
chattare |
Dall'inglese chat
che vuol dire chiacchierare. Sia chat che
chiacchierare
sono forme onomatopeiche che riproducono il suono di un
"chiacchiericcio". Buffo che in dialetto genovese
cetu
significhi proprio pettegolezzo. |
cliccare |
Uno dei tantissimi
verbi, tutti in -are!, che nascono da un
sostantivo inglese: da hacker viene
hackerare, da crack viene crackare,
da zip viene zippare. Fra questi
cliccare è certamente quello più usato anche
perché entrato in italiano da più tempo. |
condividere |
Prima dei
social-network condividere (= dividere con, mettere
in comune con altri) era utilizzato specialmente in
espressioni come condividere una gioia o un dolore,
condividere un'idea, condividere il pane quotidiano.
Ora la sua massima frequenza d'uso si trova in
condividere un post o un video. |
digitare |
Un inglesismo che è
anche un latinismo: digitus, in latino,
significava infatti dito.
Digitare è oggi sinonimo di usare la tastiera
per scrivere su computer o su telefonino (digitare
un testo, digitare un post) ma anche per comporre un
numero, per scrivere una password. Del resto tutta la
società contemporanea è ormai digitale. |
file |
A differenza di
alcune parole inglesi del computer che hanno una
corrispondenza italiana talvolta di uso più frequente (è
il caso di copy-paste che in italiano si dice
copia-incolla, o di directory che in italiano
è spesso definita cartella), file è
insostituibile. Il termine è abbastanza consolidato in
italiano (come film o sport) e per questo
il plurale senza "-s" è ammesso. Ma ancora oggi si trova
spesso scritto files per il plurale,
resistente forse anche a causa di una vecchia e famosa
serie di film per la tv, X-Files. |
follower(s) |
I follower(s)
si sa, sono quelli che seguono determinate pagine o
profili dei social. E avere tanti followers di
solito è un vanto (un politico, una persona dello
spettacolo, un giornalista con centinaia di migliaia di
followers è certo "di successo").
In italiano avremmo la parola "seguace", ma "seguace"
letteralmente significa "chi
segue una dottrina", chi si dichiara discepolo di
un determinato maestro o "guru": insomma seguace
trasforma un sostenitore, cioè chi dà un consapevole
consenso a qualcuno o qualcosa, in un religioso fedele.
La parola straniera follower almeno attenua questo
senso di seguace e, essendo inglese, non richiama
alla mente in modo diretto il fanatismo o, peggio, il
gregge di pecore che segue il capobranco.
Follower è parola inglese non ancora del tutto
consolidata in italiano (insomma diversa da film,
sport o computer). Quindi il plurale con "-s"
è ancora ammesso. |
forum |
Nel foro gli
antichi romani si incontravano, parlavano, discutevano
dei loro problemi. Bella perciò questa ripresa del
termine latino Forum per indicare la
pagina di social in cui si partecipa a discussioni su
certi argomenti a volte anche molto specialistici.
 |
Internet |
Come tutte le
parole nuove - e anche se ormai esiste da decenni
"Internet" è ancora una parola piuttosto nuova - il
termine ha qualche problema di assestamento. Certamente
è maschile (Internet è bello e nessuno
direbbe mai bella), ma ancora non si è
stabilizzata la scrittura con l'iniziale "I" maiuscola.
Di solito però i termini riferiti a programmi per
computer e applicazioni varie si scrivono, appunto, con
la maiuscola: Internet, Skype, Photoshop, Chrome
ecc. anche se nessuno vieta ufficialmente la minuscola.
Allo stesso modo sembra prevalere l'uso senza articolo:
navigare su Internet (e non sull'Internet),
usare Internet tutti i giorni (e non
l'Internet).
Sinonimo di Internet è il nome "rete". Anzi, "Rete"
(vedi sotto in questa lista). |
loggarsi |
Cioè fare il login:
come backuppare, cliccare, zippare è uno dei verbi in
-are che si forma su sostantivo inglese.
Loggarsi
ha però
una corrispondenza italiana abbastanza forte,
iscriversi. Per questo fa forse un po' fatica a imporsi
come parola di uso comune. |
mail |
Maschile o
femminile? Il mail o la mail?
Per qualche tempo i due generi sono stati in
competizione. Il femminile ha vinto. Per chi vuole usare
il maschile c'è una consolazione: non si tratta di
errore ma di... arcaismo! |
mi piace / like |
Il like
che su Facebook è rappresentato dalla manina col pollice
alzato e su altri social da un cuoricino, si definisce
spesso il "mi piace", usato quasi come se fosse un'unica
parola: mettere un mipiace. Like
però sembra conquistare sempre più terreno: del resto
"mi piace" si usa in tanti contesti linguistici mentre
il like ha un riferimento specifico al social.
Quindi diciamo like: ma pronunciato chiaramente
laik! |
la
Rete |
Bei tempi quando
per gli italiani "rete" era sinonimo di goal!
"Rete!!!" gridavano emozionatissimi i telecronisti
quando un attaccante della Nazionale italiana segnava il
goal-partita, magari in una finale dei mondiali.
Oggi per Rete intendiamo invece Internet: i partiti più
populisti fanno le grandi scelte sentendo il parere dei
loro elettori attraverso la Rete, tutte le informazioni
del mondo sono condivise nella Rete, la Rete è la chiave
per il mondo del futuro.
E ci dimentichiamo che la rete serve anche per pescare i
pesciolini... |
social (i social) |
Dal latino
socius (socio, amico, collaboratore) ha
dato innumerevoli derivati: società, societario,
sociale, socievole, asociale, socialismo, socialista,
socializzare ecc. E ora social. Anzi, i
social o i social-media. Che sono quei posti
dove si va per socializzare, dove si trovano persone
socievoli ma anche asociali, dove grandi società
investono i loro capitali non tanto per amore della
socialità o del socialismo, ma per gli interessi
economici societari. |
taggare |
Parole italiane per
dire taggare? Ce ne sono! Marcare o etichettare per
esempio. Ma taggare o mettere un tag è più veloce e più
specifico del linguaggio legato a Internet e ai social.
Del resto chi aveva confidenza con il linguaggio html
già prima dei social sapeva bene che per fare una
pagina web si usano i "meta tag", i marcatori per
segnalare nel codice di una pagina il titolo, la
descrizione, le parole chiave e molte altre
caratteristiche. |
twittare |
Chi scrive su
Twitter twitta i suoi messaggi. Il corrispondente
italiano "cinguettare" (riferito al verso degli uccelli)
grazie a Twitter è stato riscoperto in senso ironico: se
diciamo che un politico ha cinguettato con i suoi
elettori il doppio senso è abbastanza colorito. |
utente |
Una volta si diceva
che la società era fatta di cittadini. Poi
i cittadini si sono trasformati in consumatori.
Oggi i consumatori sono soprattutto utenti,
cioè quelli che usano Internet e i social.
Utente non è certo parola nuova in italiano: in
passato si usava per chi usufruiva di servizi pubblici:
utente del telefono, della tv, del gas, dell'energia
elettrica. Ma oggi il servizio (pubblico o non pubblico)
numero 1 è certamente Internet. |
virale |
Il termine aveva
fino a non troppi anni fa solo un significato medico: si
riferiva a una sostanza che poteva determinare una
malattia capace di diffondersi in modo infettivo (l'epatite
virale per esempio). Nel linguaggio di Internet
virale significa invece altamente diffuso sulla
rete e si dice in particolare di un video che ha
accumulato un grande numero di condivisioni.
|
visualizzare |
Questo termine, grazie a Internet, si è
"specializzato" nel senso di prendere/dare visione di una
pagina web, di un'immagine o di un post, di qualunque
cosa insomma possa apparire su uno schermo. A differenza
di visualizzazione, visione
rimane invece termine specifico per un film (di prima
visione, per esempio). |
webete |
Si tratta di un
neologismo coniato dal giornalista Enrico Mentana:
unisce due parole, web ed ebete (stupido, idiota).
È usato per riferirsi a quelli che Umberto Eco aveva
chiamato gli "imbecilli del web", quelli che scrivono
stupidaggini o luoghi comuni solo per dire qualcosa, ma
senza avere nessuna competenza sull'argomento di cui
parlano. La parola è bella e divertente, ma per il
momento non si è consolidata in italiano ed è usata
piuttosto raramente. |
whatsappare |
Inviare un post con
Whatsapp: "mandami un whatsappino!", "whatsappami
l'indirizzo!", "possiamo whatsappare domani che oggi ho
poco tempo?". Whatsapp è davvero entrato nella vita di
tutti i giorni fino quasi a cancellare il termine sms.
|
|
|
..e fra le parole storiche
CHIOCCIOLA

Il segno
@ (in qualche paese si chiama "coda di scimmia", in altri
"topolino", in altri "piccolo papero" ecc.) si usa per l'indirizzo
della mail. La forma inglese "at" si usa pochissimo perché nel
parlato questo suono così breve si confonde con quello della prima
parte dell'indirizzo mail e può provocare confusione. "Chiocciola"
invece è inconfondibile.
PASSWORD

Ognuno di noi ha decine di password per entrare
nei siti in cui è "loggato". Resiste tuttavia anche l'italiano
parola chiave purché ci si ricordi che il plurale è parole
chiave (e assolutamente non parole chiavi!!!).
(La vecchia espressione "parola d'ordine" che si usava specialmente
in ambiente militare e quasi solo oralmente per garantire la propria
identità o la propria appartenenza a un gruppo, è oggi in disuso. Si
trova ormai solo in qualche film o si usa in modo ironico).
FINESTRA

A nessuno verrebbe mai in mente di chiamare
"Finestre" il programma Windows della Microsoft. Mentre è
normalissimo chiamare finestre tutti i riquadri che si aprono
sullo schermo per visualizzare informazioni o immagini. |