Matdid: Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 15 giorni a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi - Scudit, Scuola d'Italiano Roma

                 

 
  Roberto Tartaglione

QUALCUNO...


Sulla difficile traducibilità della parola italiana "comunista"
Esercizi sul testo

LIVELLO
INTERMEDIO 2


 

 

     

INDICI MATDID:    cronologico   |  per argomento   |   per livello   |   analitico


 
 
 
   
     

   

 

Si sa che alcune parole e alcune espressioni sono "intraducibili": per quanto riguarda l'italiano, per esempio, un modo di dire come "essere un orso", un avverbio come "mica", un superlativo come "sposatissimo" o un verbo pronominale come "cavarsela" certo richiedono un po' di sforzo per essere espressi in modo chiaro in un'altra lingua.
Ma ci sono anche tante parole "normali" che - anche se hanno una traduzione immediata in tutte le altre lingue - sono così connesse a esperienze personali, a fatti sociali e sostanzialmente al bagaglio storico-culturale dei nativi, che difficilmente possono trasmettere il loro "vero" senso nel momento in cui le traduciamo.
Fra queste parole molte riguardano la politica. Termini come comunista o comunismo ovviamente vengono percepiti in un certo modo da un russo o dai cittadini di paesi che hanno fatto parte del vecchio "blocco sovietico", in un altro modo da un nord-americano, in modo diverso ancora da un cubano e in modo diverso ancora da un francese. Questo succede indipendentemente dal significato "tecnicamente politico" della parola.

In Italia il Partito Comunista è stato il principale partito di opposizione dal dopoguerra fino agli anni Novanta. Dalle posizioni filo-sovietiche degli anni Cinquanta si è trasformato in "Eurocomunismo" negli anni Settanta progressivamente avvicinandosi sempre più a posizioni socialdemocratiche fino a cambiare nome alla fine della sua storia.

 

Ma il comunista italiano - a livello popolare e nella percezione dei non-professionisti della politica - aveva caratteristiche molto nazionali: il rapporto con la religione per esempio (chi non ricorda le figure di Don Camillo e Peppone?). E, in un paese saldamente ancorato ai principi occidentali ma governato per decenni dallo stesso partito, la Democrazia Cristiana, comunismo significava anche un desiderio di cambiamento e alternativa.

Insomma, se in molti paesi "essere comunista" significava aderire a sistemi politici e amministrativi ben precisi, in Italia ha spesso significato altro.
Per questo, già negli anni Ottanta e poi in particolare negli anni Novanta, quando "l'ideologia" è andata in crisi, un autore attento come Giorgio Gaber ha scritto un monologo e una canzone dal titolo "Qualcuno era comunista". Nel testo elenca decine di motivi per cui, una volta, qualche persona amava definirsi o si sentiva comunista... in Italia, beninteso!

Qui potete vedere e ascoltare il video del monologo-canzone. Più sotto riportiamo alcune delle frasi fra le più indicative del testo illustrandone il significato. Cliccando poi sul link degli esercizi i meno appassionati alla questione socio-politica, ma estremisti della grammatica, potranno invece trovare qualche esercizio sugli "indefiniti" e su altre cosette che si trovano nel testo di Gaber.

 


Ma ci sembra giusto cominciare con il video, sintetizzato poi sotto.
 

 
Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia (1).
Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà... la mamma no.
Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il paradiso terrestre.
Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
Qualcuno era comunista perché aveva avuto un'educazione troppo cattolica (2)
Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura lo esigeva... insomma, lo esigevano tutti (3).
Qualcuno era comunista perché "La storia è dalla nostra parte!" (4).
Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto.
Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto (5).
Qualcuno era comunista perché prima era fascista.
Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano... ma lontano (6).
Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona (7). Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona(8).
. Qualcuno era comunista perché era ricco ma amava il popolo!
Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro dio.
Qualcuno era comunista perché amava talmente gli operai che voleva diventare come loro.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l'operaio.
Qualcuno era comunista per far rabbia a suo padre.
Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualche altro per frustrazione.
Qualcuno era comunista perché la borghesia, il proletariato, la lotta di classe... (9).
Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri.
Qualcuno era comunista perché c'era il grande partito comunista.
Qualcuno era comunista nonostante ci fosse il grande partito comunista.
Qualcuno credeva di essere comunista, ma forse era qualcos'altro.
Qualcuno era comunista perché sentiva la necessità di una morale diversa.
 

 
 

NOTE LINGUISTICHE

(1) era nato in Emilia - Tradizionalmente l'Emilia è la regione italiana più "di sinistra" e governata in ambito locale dal Partito Comunista. Bologna, non a caso, oltre a essere chiamata Bologna la dotta per l'università, oltre a essere chiamata Bologna la grassa per la sua gastronomia, è anche chiamata Bologna la rossa.

(2) aveva avuto un'educazione troppo cattolica  - La scuola italiana, dai Patti Lateranensi in poi, ha avuto per molti decenni un'impronta cattolica. E anche nelle famiglie tradizionali, perfino non troppo religiose, la "tradizione cattolica" legata a certi riti (battesimo, prima comunione, matrimonio in chiesa ecc.) è sempre stata molto presente. Dirsi comunista era anche un modo per ribellarsi a questo.

(3) il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura lo esigeva... insomma,

  lo esigevano tutti - Se dal punto di vista strettamente politico il Partito Comunista è sempre stato all'opposizione e mai al governo, la vita intellettuale del paese è stata però decisamente indirizzata da personaggi e figure che si richiamavano se non al Partito, comunque a principi o ideali decisamente di sinistra: registi, scrittori, autori teatrali, insomma tutti, come dice Gaber, facevano parte di quel mondo.

(4) La storia è dalla nostra parte! - illusione dei comunisti... smentita dalla storia stessa.

(5 ) non gli avevano detto tutto - qui Gaber si riferisce ai crimini dello stalinismo che vengono scoperti a poco a poco dall'opinione pubblica.

(6) la Russia andava piano... ma lontano - ironia sull'evoluzione politica della Russia

  (7) Berlinguer era una brava persona - Enrico Berlinguer (1922-1984) è stato segreterio del Partito Comunista Italiano dal 1972 all 1984. Ha indirizzato definitivamente il PCI verso posizioni "eurocomuniste" e, al di là del giudizio politico che si può dare sulla sua figura, è stato riconosciuto da tutti, amici e nemici, come persona di grande onestà morale.

(8) Andreotti non era una brava persona - Giulio Andreotti (1919-2013) è stato l'esponente più autorevole della Democrazia Cristiana dal dopoguerra fino agli anni Novanta. Il personaggio - di indubbia abilità politica - è comunque molto discusso per il suo coinvolgimento in numerosi "misteri italiani" e anche per le sue relazioni con il mondo della criminalità mafiosa.

(9) la borghesia, il proletariato, la lotta di classe... - Se è vero che le parole sono o di destra o di sinistra, be', queste sono tutte parole che identificano come "comunista" chiunque le pronunci.



 

 

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