Matdid: Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 15 giorni.
A cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi

 
   

Arianna Fioravanti
 
 

DONNE IN VERSI

 

Donne che parlano di donne
 

 

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Esiste una identità linguistico-espressiva tipica delle donne?
A questa domanda numerosi scrittori-uomini hanno risposto di sì, parlando di uno stile piatto e ingenuamente sentimentale, mentre numerose scrittrici-donne hanno risposto di no, temendo la “ghettizzazione” della loro opera all’interno di una cultura considerata inferiore rispetto a quella degli uomini. 
Tra i molti pareri discordanti, ci sembra di poter individuare almeno una verità: se decidessimo di affermare che non esiste una “specificità letteraria” al femminile (in quanto la letteratura è senza sesso), non dovremmo nemmeno trascurare l’inevitabile legame che esiste tra la poetica delle donne e loro specifica e particolare “condizione femminile”.

In merito alla condizione sociale delle donne, ricordiamo che in Italia, a partire dagli anni Settanta, la realtà industriale, con il conseguente sviluppo economico del Paese, crea le condizioni di una effettiva emancipazione del “sesso debole”, senza più fare troppa differenza tra le varie classi sociali. 
La donna esce quindi dai vincoli del lavoro domestico, rivoluzionando i propri comportamenti, la percezione esterna della propria immagine e, di conseguenza, il rapporto tra i sessi.
Il tema dell’emancipazione in contrapposizione a quello della “schiavitù” non è stato estraneo a molteplici dibattiti culturali che hanno portato a numerose conquiste in fatto di parità di diritti, come ad esempio è accaduto nel mondo del lavoro, nei servizi sociali e nel diritto di famiglia.
Tra le più importanti conquiste civili: il diritto al voto del 1946, la legge sul divorzio del 1970, la legge sull’aborto del 1978. A questo punto, ci sembra opportuno concludere questa breve introduzione alle poesie di seguito antologizzate con qualche punto di domanda: le importanti e faticose conquiste civili e sociali hanno condotto a una totale liberazione della donna dalle pesanti catene di un millenario sistema uomo-centrico? O meglio: in termini di emancipazione, la libertà di usare il proprio corpo come uno strumento di seduzione, di spogliarsi in televisione, di modellare se stesse entro canoni di bellezza che soddisfino il gusto maschile, può davvero considerarsi un punto di arrivo?

ANTONIA POZZI

E’ nata a Milano nel 1913. A soli 26 anni si è uccisa con i barbiturici. La famiglia negò la circostanza “scandolalosa” del suicidio e attribuì la morte alla polmonite. Il padre distrusse il testamento di Antonia e ne manipolò le poesie, fino a quel momento ancora tutte inedite. 

La porta che si chiude

Tu lo vedi, sorella: io sono stanca,
stanca, logora, scossa,
come il pilastro d’un cancello angusto
al limitare d’un immenso cortile;
come un vecchio pilastro
che per tutta la vita
sia stato diga all’irruente fuga
d’una folla rinchiusa.
Oh, le parole prigioniere
che battono battono
furiosamente
alla porta dell’anima
e la porta dell’anima
che a palmo a palmo
spietatamente
si chiude!
Ed ogni giorno il varco si stringe
ed ogni giorno l’assalto è più duro.
E l’ultimo giorno
– io lo so –
l’ultimo giorno
quando un’unica lama di luce
pioverà dall’estremo spiraglio
dentro la tenebra,
allora sarà l’onda mostruosa,
l’urto tremendo,
l’urto mortale
delle parole non nate
verso l’ultimo sogno di sole.
E poi,
dietro la porta per sempre chiusa,
sarà la notte intera,
la frescura,
il silenzio.
E poi,
con le labbra serrate,
con gli occhi aperti
sull’arcano cielo dell’ombra,
sarà
– tu lo sai –
la pace.


MARGHERITA GUIDACCI

E’ nata a Firenze nel 1921 ed è morta a Roma nel 1992. Rimasta orfana in tenera età, fu allevata da un cugino poeta, che ne influenzò la poetica futura. Vinse importanti Premi letterari.  

Madame X

Io non sono il mio corpo.
Mi è straniero, nemico.
Ancora peggio è l’anima,
e neppure con essa m’identifico.
 
Osservo di lontano
le rozze acrobazie di questa coppia,
con distacco, ironia –
con disgusto talvolta.
 
E intanto penso che la loro assenza
Sarebbe più un guadagno che un dolore:
questa e altre cose… Ma mentre le penso,
io chi sono, e dove?


PIERA OPPEZZO

E’ nata a Torino nel 1934. Schiva, orgogliosa, durante la vita ha fatto numerosi lavori, dalla commessa, alla dattilografa, alla collaboratrice editoriale. E’ morta a Milano, ormai dimenticata e lontana dagli amici, nel 2009. 

La grande paura

La storia della mia persona
è la storia di una grande paura
di essere me stessa,

contrapposta alla paura di perdere me stessa,
contrapposta alla paura della paura.
Non poteva essere diversamente:
nell’apprensione si perde la memoria,
nella sottomissione tutto.

Non poteva
la mia infanzia,
saccheggiata dalla famiglia,
consentirmi una maturità stabile, concreta.
Né la mia vita isolata
consentirmi qualcosa di meno fragile
di questo dibattermi tra ansie e incertezze.
All’infanzia sono sopravvissuta,
all’età adulta sono sopravvissuta.
Quasi niente rispetto alla vita.

Sono sopravvissuta, però.
E adesso, tra le rovine del mio essere,
qualcosa, una ferma utopia, sta per fiorire.

 
ALDA MERINI

E’ nata a Milano nel 1931. Ha esordito come autrice a soli 15 anni. A 16 anni ha cominciato a soffrire di psicosi manicaco-depressive. Numerosi suoi testi parlano della drammatica esperienza in manicomio. E’ morta a Milano nel 2009.

A tutte le donne

Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio

malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,

poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d'amore.


DACIA MARAINI

Nata a Fiesole nel 1934, è la scrittrice italiana più tradotta nel mondo. Ha vinto importanti Premi letterari. È poetessa, narratrice, critico e drammaturgo. Attualmente vive a Roma. Spesso ricordata rispettivamente come compagna e amica di due importanti scrittori italiani: Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini.

Donne senza paure

Donne mie che siete pigre,
angosciate, impaurite,
sappiate che se volete diventare persone
e non oggetti, dovete fare subito una guerra
dolorosa e gioiosa, non contro gli uomini,
ma contro voi stesse che vi cavate gli occhi
con le dita per non vedere le in giustizie che vi fanno.
Una guerra grandiosa contro chi
vi considera delle nemiche, delle rivali,
degli oggetti altrui; contro chi vi ingiuria
tutti i giorni senza neanche saperlo,
contro chi vi tradisce senza volerlo,
contro l'idolo donna che vi guarda seducente
da una cornice di rose sfatte ogni mattina
e vi fa mutilate e perse prima ancora di nascere,
scintillanti di collane, ma prive di braccia,
di gambe, di bocca, di cuore,
possedendo per bagaglio
solo un amore teso, lungo, abbacinato e doveroso
(il dovere di amare vi fa odiare l'amore, lo so)
un amore senza scelte, istintivo e brutale.
Da questo amore appiccicoso e celeste
dobbiamo uscire
donne mie,
stringendoci fra noi per solidarietà
di intenti, libere infine di essere noi
intere, forti, sicure, donne senza paure.

 
ANTONELLA CAROSELLA – Una voce femminista

E’ nata a Roma nel 1948. La sua ottica è quella femminista degli anni Settanta. Dell’industria culturale rifiuta la gestione “maschile”.

Ho aspettato troppo

Ho aspettato troppo alla fermata il 13 che porta a
S. Giovanni,
quando è venuto era ormai inutile seguirne la direzione.
Neppure l’asfalto comprende la notte che somma i rumori,
spegne le luci.
Per stagliare il corpo nello spazio bisogna avere libere le
mani:
le mie portano una busta di latte.