SCUDIT, SCUOLA D'ITALIANO ROMA, PRESENTA MATDID,
MATERIALI DIDATTICI DI ITALIANO PER STRANIERI
A CURA DI ROBERTO TARTAGLIONE E GIULIA GRASSI

 

Materiale: n. 347  -  Data: 01.01.2023  - Livello: A2-B1
autore:
Roberto Tartaglione 

UN PO' ALTERATI
 
L'italiano è una lingua. Ma facciamo anche la linguaccia a chi ci è antipatico, abbiamo una bella linguetta se diciamo cose pungenti e mangiamo le linguine per pranzo.

 

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Vediamo se siete bravi: cosa hanno in comune tutte queste parole?

spaghetti
vermicelli
linguine
fettuccine
pennette
anellini
orecchiette
cappelletti
tortellini

Va bene: siamo sicuri che avete pensato al fatto che sono tutti nomi che si riferiscono alla pasta. Ed è vero.
Ma, linguisticamente, tutti questi nomi hanno in comune un'altra cosa: sono tutti nomi alterati. Hanno tutti cioè un suffisso che "altera" (modifica un po') la parola originale.
Per esempio:

spaghetti < spago (e ci sono anche spaghettini e spaghettoni)
vermicelli < verme
linguine < lingua
fettuccine < fettuccia < fetta
pennette < penna
anellini < anello
orecchiette < orecchie
cappelletti < cappello
tortellini < tortelli (e ci sono anche i tortelloni)

L'italiano è una lingua ricchissima di suffissi alterativi. Di solito pensiamo che questi suffissi siano solo -ino, -etto, -one, -accio, ma in realtà sono molti, moltissimi di più. Una bella lista?

-accio - Teoricamente indica caratteristiche negative, ma spessissimo è usato in senso ironico e affettivo: tempaccio, ragazzaccio, coltellaccio, geniaccio.
-astro
- Indica una certa "impurezza" e ha spesso valore di "circa", quasi sempre in senso negativo: per esempio figliastro, olivastro, poetastro.
-azzo - Può essere un suffisso peggiorativo, ma generalmente è usato in modo ironico per indicare una certa "superficialità" del concetto espresso dal nome: amorazzo, codazzo, andazzo, pupazzo.
-ello/-erello - Significa "piccolo", anche con valore semplicemente affettivo: per esempio alberello, ponticello, poverello, vecchierello.
-etto - Generalmente, come -ino, significa piccolo, anche in senso affettivo, ma spesso ha semplicemente il valore di "un po'": nervosetto, amichetto, armadietto.
-icchio - Diminutivo, quasi sempre con valore negativo: avvocaticchio, ominicchio, governicchio.
-iccio - Significa "piccolo", "un po'", "circa". Normalmente ha un valore negativo: bruciaticcio, sudaticcio, rossiccio.
-igno - Ha un valore di attenuazione e significa "un po'", "abbastanza", "quasi". Per esempio asprigno, matrigna, azzurrigno (o più frequentemente azzurrognolo).
-ino - Diminutivo. Significa "piccolo", "un po'", ma può indicare anche una "piccola qualità": cappellino, stupidino, dottorino, tantino.
-occio - Il valore è diminutivo, significa "un po'", ma spesso ha caratteristiche ironiche o peggiorative: belloccio, grassoccio, cartoccio.
-ognolo - Diminutivo con forte valore di "bassa qualità" o "impurezza". Per esempio verdognolo, giallognolo, amarognolo.
-one - Generalmente significa "grande" sia riferito a dimensione sia riferito a qualità. Può essere usato anche in senso ironico e spregiativo: palazzone, filmone, intellettualone, benone.
-otto/-acchiotto - Diminutivo usato spesso in modo affettivo o ironico: scemacchiotto, orsacchiotto, bambolotto, pizzicotto.
-uccio/-uzzo - Diminutivo affettivo: lettuccio, amoruccio, calduccio, lontanuccio, Micheluzzo.


Nota 1: I suffissi alterativi si usano sia con nomi (lettuccio, occhialetti, lupacchiotto), sia con aggettivi (verdognolo, freddino, intelligentone), sia con avverbi (tardino, malaccio, pochetto).

Nota 2: Non ci sono particolari automatismi per interpretare il significato di parole alterate. -one significa "grande", ma un portone è semplicemente la porta di una casa su strada, normalmente più grande delle porte interne, ma non necessariamente. E un "portone piccolo" diventa un portoncino.

Nota 3: gli aggettivi alterati seguono sempre il nome a cui si riferiscono. Si può dire un grande appartamento ma NON *un grandino appartamento. Se alteriamo l'aggettivo dobbiamo dire un appartamento grandino.

Nota 4: Molti nomi alterati assumono un significato proprio, quasi indipendente dalla parola da cui derivano: un fornello non è (più) un piccolo forno, gli scarponi non sono grandi scarpe, il colletto non è un piccolo collo ecc.
 

E COME LA METTIAMO CON I VERBI?
 

Non solo nomi, aggettivi e avverbi si possono alterare. Con l'uso di alcuni suffissi anche il significato di parecchi verbi può prendere caratteristiche diverse. Qualche esempio?

FUMICCHIARE (<fumare)

Significa "fumare un po'". Si può dire riferendosi a una persona che fuma poco. Ironicamente però, se una persona fuma moltissimo, alla domanda "Fumi molto?" risponde: "Io? Ehm ehm... insomma, fumicchio".

GIOCHERELLARE (<giocare)

Normalmente una persona dice che gioca a carte, gioca a tennis o gioca al casinò. Ma quando la stessa persona muove una penna fra le dita per nervosismo o anche solo per abitudine, si dirà che "giocherella con la penna".

GIRELLARE / GIRONZOLARE (< girare)

Quando si passeggia senza una meta precisa, magari solo per fare due passi e sgranchirsi un po' le gambe, possiamo dire che gironzoliamo per le strade della città.

LEGGIUCCHIARE (<leggere)

"Leggere un po'": possiamo dirlo di un bambino che sta imparando a leggere ("è così piccolo eppure già leggiucchia"), ma anche di noi stessi: "Ultimamente ho tanto da fare e ho solo il tempo per leggiucchiare qualche romanzo".

PARLOTTARE (<parlare)

Vi è mai capitato di vedere due persone che parlano a bassa voce molto attente a non farsi sentire dagli altri? Staranno forse parlando male di noi? Non mi fido delle persone che parlottano così in privato!

PIAGNUCOLARE (<piangere)

Lamentarsi insistentemente, spesso infastidendo chi è con noi: "Basta piagnucolare, adesso è il momento di fare qualcosa!".

SBACIUCCHIARE (<baciare)

Baciare ripetutamente con forte carica di affetto. Si può sbaciucchiare un bel bambino (che di solito non ne è felice), ma si può anche dire che due adolescenti si sbaciucchiano sulla panchina nel parco.

SBEVAZZARE (<bere)

Bere alcolici in quantità notevole. Scherzosamente si dice sia di una persona che ama bere ("è uno che sbevazza") sia riferendoci a occasioni in cui si è bevuto più del normale ("ieri sera alla festa abbiamo tutti sbevazzato un bel po'").

SCORRAZZARE (<correre)

Correre a destra e a sinistra senza fermarsi mai, un po' come fanno i bambini lasciati in completa libertà.

SCRIBACCHIARE (<scrivere)

Scrivere ma senza impegno o senza eccessiva voglia di farlo: "Ho scribacchiato qualche foglio di carta, ma non ho nessuna voglia di scrivere questa tesi di laurea".

SPUTACCHIARE (<sputare)

Questo verbo, che si riferisce a un'azione poco elegante, si usa quasi sempre scherzosamente. Qualche volta se si parla a lungo e con la bocca secca si rischia di sputacchiare in faccia ai nostri interlocutori. Ma in un film western c'è pure spesso un vecchietto sdentato che sputacchia a destra e sinistra masticando tabacco.

SVOLAZZARE (<volare)

Volare senza una direzione precisa, spesso con movimenti imprecisi e agitati: è il tipico modo di volare di pipistrelli o di farfalle; ma "svolazzare" si può dire anche riferendosi a fogli di carta trascinati dal vento o ai capelli che si muovono scompostamente a causa dell'aria, per esempio quando si sta in moto o affacciati al finestrino di un treno (almeno finché i treni avevano finestrini che potevano essere aperti).

TAGLIUZZARE (<tagliare)

Tagliare qualcosa in tanti piccoli pezzettini (per es. tagliuzzare il basilico per preparare il pesto).

TROTTERELLARE (<trottare)

"Il trotto" è una tipica andatura del cavallo: "trotterellare" significa quindi procedere trottando o più in generale camminare incessantemente a piccoli passi, saltellando. In senso figurato troterelliamo quando dobbiamo muoverci molto per un motivo, un impegno o un lavoro ("oggi ho trotterellato tutto il giorno!")

VIVACCHIARE (<vivere)

Vivere alla meno peggio, tirare avanti, avere una vita di stenti: "Con quello che guadagnano molti pensionati oggi riescono appena a vivacchiare!"




 

ESERCIZIO 1

 

A: Un piccolo albero di Natale è un

1 alberino
2 alberello
3 alberigno
4 alberazzo

B: Una brutta giornata in cui le cose vanno tutte male è una

1 giornatona
2 giornatastra
3 giornaticchia
4 giornataccia

C: Una persona che non ha mai studiato disegno o pittura ma che dipinge molto bene, diciamo che ha un

1 talentastro
2 talentaccio
3 talentigno
4 talenticcio

D: Un vino che non ci piace perché ha un sapore troppo dolce, diciamo che è:

1 dolcetto
2 dolcione
3 dolciastro
4 dolcino

E: Un cane piccolo lo chiamiamo:

1 canino
2 canetto
3 cagnolino
4 cagnotto

 

ESERCIZIO 2

A: Si sbaciucchiano fra loro:

1 Due attori in un film porno
2 Due cavalli prima dell'accoppiamento
3 Due ragazzi innamorati

B: Di solito piagnucolano

1 Gli uomini quando hanno un po' di febbre
2 Le donne che trovano la tavoletta del water alzata
3 Le persone che si sentono sfortunate

C: Se una persona si annoia, qualche volta

1 giocherella con un oggetto fra le mani
2 sputacchia per mostrare il suo stato d'animo
3 si tagliuzza le dita

D: Una persona ha mal di testa perché la sera prima

1 ha leggiucchiato un libro
2 ha scorrazzato per la città
3 ha sbevazzato parecchio

E: Ho conosciuto parecchie persone

1 vivacchiando con il mio stipendio
2 gironzolando per il paese
3 parlottando con un amico


 

ESERCIZIO 3

Naturalmente nel parlato quotidiano ognuno usa le alterazioni come vuole e in qualche caso, se le parole non sono cristallizzate nel significato, la scelta di una o di un'altra alterazione è del tutto soggettiva. Quindi in questo esercizio (in particolare al punto B) la scelta può dipendere dalla sensibilità dei parlanti.

A: Distingui campana, campanello, campanaccio

 

 

B: Distingui vecchietto, vecchino, vecchiaccio


C
:
Distingui
omino, ometto, omaccione

 

 

D: Distingui giallo, giallino, giallastro/verdastro

 

E: Distingui porta, portone, portoncino

 


SOLUZIONI

Esercizio 1: A2, B4, C2, D3, E3.
Esercizio 2: A3, B3, C1, D3, E2.
Esercizio 3: A1 campanello; A2 campana; A3 campanaccio; B1 vecchiaccio; B2 vecchino; B3 vecchietto; C1 ometto; C2 omaccione; C3 omino; D1 verde; D2 verdino; D3 verdastro; E1 portoncino; E2 portone; E3 porta.