SCUDIT, SCUOLA D'ITALIANO ROMA, PRESENTA MATDID, MATERIALI DIDATTICI DI ITALIANO PER STRANIERI A CURA DI ROBERTO TARTAGLIONE E GIULIA GRASSI


 

Materiale: n. 78_gram -  Data: 17.02.2002  - Livello: Vari livelli
Autore: Roberto Tartaglione

 

ATTENZIONE,
CADE L'ACCENTO


 

I conservatori nei conservatori e altre storie dell'accento
Esercizi

 

 


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1 - La posizione dell'accento
2 - L'accento sui monosillabi
3 - Come si scrive l'accento
4 - Gli omografi: parole con doppia possibilità


1- LA POSIZIONE DELL'ACCENTO

Le parole italiane, rispetto alla posizione dell'accento tonico, si classificano in:

PAROLE PIANE: hanno l'accento sulla penultima sillaba e sono le più numerose nel vocabolario italiano. Si tratta di parole come 

 
càsa
lìbro
piède
giornàle
marìto
patàta
calendàrio
tavolìno
portaombrèllo
PAROLE SDRUCCIOLE: hanno l'accento sulla terzultima sillaba. Dopo le piane sono le più frequenti in italiano.
pàllido
sàndalo
zùcchero
càntano
pòrtalo
scrìvigli
antipàtico
sistemàtico
imbevìbile
PAROLE TRONCHE: hanno l'accento sull'ultima sillaba e sono quelle che devono segnalare l'accento graficamente
caffè
città
virtù
gioventù
lunedì
partirò
maturità
ricorderà
università
PAROLE BISDRUCCIOLE: hanno l'accento sulla quartultima sillaba e sono abbastanza rare in italiano. Frequentemente si tratta di verbi che hanno assorbito una qualche forma pronominale:
lasciàtemeli
pàrlamene
scrìvimelo
àbitano
edìficano
dóndolano
aspettàndosela
portàndoglile
dimenticàndosene



2 - L'ACCENTO SUI MONOSILLABI

I monosillabi italiani normalmente non hanno la necessità di riportare l'accento dal punto di vista grafico. Per questo scriviamo ma, se, fa, ne ecc.
Tuttavia in alcuni casi l'accento compare su alcuni monosillabi quando il monosillabo ha un doppio valore grammaticale (per cui l'accento segnala la sua esatta funzione).
Ad esempio:

da (preposizione)
e
(congiunzione)
la
(articolo o pronome)
li
(pronome)
ne
(pronome)
se
(pronome atono)
si
(pronome)
te (
pronome)
che (pronome)
(verbo dare)
è
(verbo essere)
(avverbio)
(avverbio)
(congiunzione)
(pronome tonico)
(avverbio)
(sostantivo)
ché (congiunzione rara)
 

Da segnalare il fatto che i monosillabi non accentati prendono comunque l'accento quando costituiscono il secondo elemento di parole composte (giacché evidentemente la parola composta a quel punto si trasforma in una normale parola tronca). Il caso più evidente è quello del numero tre che nei composti darà un ventitré, trentatré ecc., così come la parola re darà il composto viceré

Un errore molto frequente fra gli italiani (oltre a quello di mettere l'accento su monosillabi in cui non va messo) è quello di mettere l'accento sulla finale di parole che richiedono l'apostrofo.
Si tratta di parole che hanno perso una vocale o un'intera sillaba finale: questa situazione determina la necessità di un apostrofo che segnala appunto la "mancanza" di qualcosa.

In particolare l'apostrofo va scritto nell'espressione un po' (un poco) e su una serie di verbi all'imperativo:

ANDARE va' va' a casa!
DARE da' da' un po' d'aiuto!
DIRE di' di' la verità!
FARE fa' fa' la cosa giusta!
STARE sta' sta' buono!

3 - COME SI SCRIVE L'ACCENTO

Quando scriviamo con la penna non c'è problema. L'accento è un segno sopra la vocale e nessuno controllerà mai se va da destra verso sinistra o da sinistra verso destra.
Se scriviamo invece con il computer (e se abbiamo una tastiera italiana) scopriamo che sulla tastiera ci sono 6 vocali accentate:

à          è           é          ì          ò          ù

Le due "e" accentate sono presenti perché una dovrebbe rappresentare la "e aperta" (è), mentre l'altra una "e chiusa" (é).
In realtà anche di "o" accentate in italiano ce ne sono due:
ò e ó. La prima rappresenta una "o aperta", l'altra una "o chiusa". Tuttavia in italiano le parole tronche non finiscono mai con una "o chiusa", ed ecco spiegato il mistero della tastiera.

Chi scrive con attenzione dovrà quindi scrivere caffè e perché, segnalando in questo modo la differente pronuncia delle "e" finali.

Il diverso accento sulle vocali "e" ed "o" è invece importantissimo nei vocabolari e nei dizionari. Su questi testi infatti l'accento è indicato anche all'interno della parola, sia per segnalare dove cade l'accento tonico, sia per indicare se la vocale accentata sia aperta o chiusa. Su un buon dizionario troveremo perciò:

fratèllo péso
poèta véro
sorèlla vétro
buòno bómba
fòrte órso
pòvero tónno

Al di fuori dei dizionari l'accento può essere scritto all'interno di una parola solo quando dalla posizione dell'accento stesso o dal grado di apertura della vocale tonica si riesca a capire l'esatto significato della parola. In pratica cioè qualcuno usa l'accento tonico all'interno della parola nel caso di omografi:

collèga (sostantivo) colléga (da collegare)
èsca (da uscire) ésca (sostantivo)
lègge (da leggere) légge (sostantivo)
tòrta (da torcere) tórta (sostantivo)
vòlto (da volgere) vólto (sostantivo)

L'uso di scrivere l'accento in questi casi è tuttavia abbastanza raro anche perché dal contesto della frase è sempre abbastanza evidente il significato della parola.

Allo stesso modo raramente in italiano si trova oggi scritto l'accento circonflesso (â, ê, î, ô, û). Questo accento indicherebbe la fusione di più vocali in una sola vocale. Per cui può succedere di trovare in qualche testo (non modernissimo) la parola vizio che al plurale viene scritta vizî (cioè vizii).
In particolare quest'uso ha avuto una certa diffusione per parole che al singolare sono diverse ma al plurale finiscono con diventare identiche. Per esempio:

principe e principio hanno tutt'e due il plurale principi.

La differenza è nella posizione dell'accento (il plurale di principe è prìncipi, il plurale di principio è princìpi). Quindi i due omografi possono differenziarsi mettendo l'accento tonico in posizione diversa.
Ma è anche vero che il plurale di principio, originariamente era principii. Quindi non è assurdo scriverlo principî.

Lo stesso discorso vale per una serie di parole simili:

l'arbitro gli àrbitri
l'arbitrio gli arbìtri gli arbitrî / arbitrii
 
il conservatore i conservatóri
il conservatorio i conservatòri i conservatorî /  conservatorii
 
il riformatore i riformatóri
il riformatorio i riformatòri i riformatorî /  i riformatorii

4- GLI OMOGRAFI

Bisogna che i conservatori nei conservatori non violino il violino, non si stanzino in uno stanzino e non abbaino nell'abbaino: io esamino la possibilità di fare un esamino, perciò loro provino a fare un provino! Aguzzino l'ingegno: non sono un aguzzino, sono solo uno scrivano. Scrivano loro una frase o un trattino e non mi trattino male solo perché non mi agito e non mi altero avendo agito in modo altero e compito solo dopo finito il compito. A loro io non spiano la strada se mi spiano! Non pattino mica sul pattino io! La lotta è impari ma prima o poi impari: e i conservatori perdono il perdono.


Qual è il problema di leggere il testo qui sopra? La posizione dell'accento! In italiano infatti ci sono parecchi omografi, cioè parole che si scrivono allo stesso modo ma si pronunciano in modo diverso per via di una diversa posizione dell'accento tonico.
E non basta questo: qualche volta le parole hanno l'accento tonico sulla stessa vocale ma questa vocale è pronunciata in modo diverso (aperto o chiuso) a seconda del significato. Per esempio conservatòri sono le scuole di musica (e si pronuncia con la "o" aperta) mentre conservatóri è il plurale di conservatore (contrario di progressista) e si pronuncia con la "o" chiusa.
La differenza fra vocale aperta (ò, è) e vocale chiusa (é, ó) nei vocabolari di italiano è resa graficamente dal diverso tipo di accento, acuto o grave (verso sinistra o verso destra).

Per il momento diamo solo un'occhiata alla lista di omografi, una lista non completa ma abbastanza ricca:

 
abbàino (cong. di abbaiare) abbaìno (nome)
abìlita (presente di abilitare) abilità (nome)
àbitino (congiuntivo di abitare) abitìno (nome)
àbito (presente di abitare) abitò (pass. remoto di abitare)
accòmodati (imperativo di accomodarsi) accomodàti (participio pass. di accomodarsi)
adùlteri (persone che commettono adulterio) adultèri (plurale di adulterio)
àgito (presente di agitare) agìto (participio pass. di agire)
agùzzino (congiuntivo di aguzzare)  aguzzìno (nome) 
àltero (presente di alterare) altèro (aggettivo)
ambìto (participio pass di ambire) àmbito (nome)
àncora (nome) ancóra (avverbio)
àrbitri (nome concreto riferito a persona) arbìtri (plurale di arbitrio)
asfìssia (presente di asfissiare) asfissìa (nome)
attàcchino (congiuntivo di attaccare) attacchìno (nome)
àuguri (presente di augurare) augùri (nome)
àvaro (appartenente al popolo degli Àvari) avàro (aggettivo)
bàcino (congiuntivo di baciare) bacìno (diminutivo di bacio)
bàlia (nome) balìa (nella forma "essere in balìa di...")
bàlzano (presente di balzare) balzàno (aggettivo)
bécchino (congiuntivo di beccare) becchìno (nome)
benèfici (aggettivo) benefìci (nome)
bòccino (congiuntivo di bocciare) boccìno (piccola boccia)
bùchino (congiuntivo di bucare) buchìno (diminutivo di buco)
butterò (futuro di buttare) bùttero (nome)
calàmita (presente di calamitare) calamìta (nome)
càlzino (congiuntivo di calzare) calzìno (diminutivo di calza)
càmbiale (imperativo di cambiarle) cambiàle (nome)
càpitano (presente di capitare) capitàno (nome)
càpito (presente di capitare) capìto (participio passato di capire)
circùito (nome) circuìto (participio passato di circuire)
cómpito (nome) compìto (aggettivo)
condòmini (persone di un condominio) condomìni (plurale di condominio)
cucìnino (congiuntivo di cucinare) cucinìno (diminutivo di cucina)
decàde (presente di decadere) dècade (nome)
desìderi (presente di desiderare) desidèri (nome)
dèstino (presente di destinare) destìno (nome)
diménticati (imperativo di dimenticare) dimenticàti (participio pass di dimenticare)
esàmino (presente di esaminare) esamìno (diminutivo di esame)
ètere (nome maschile singolare) etère (nome femminile plurale)
férmati (imperativo di fermarsi) fermàti (participio passato di fermare)
fòrmica (nome di materiale) formìca (nome di animale)
frùstino (congiuntivo di frustare) frustìno (diminutivo di frusta)
gorghéggio (presente di gorgheggiare) gorgheggìo (nome frequentativo)
gorgóglio (presente di gorgogliare) gorgoglìo (nome frequentativo)
impàri (congiuntivo di imparare) ìmpari  (aggettivo)
indìce (presente di indire) ìndice (nome)
ìndico (presente di indicare) indìco (presente di indire)
intuìto (participio passato di intuire) intùito (nome)
inùmano (presente di inumare) inumàno (aggettivo)
ìsolano (presente di isolare) isolàno (nome o aggettivo)
lèggere (infinito) leggère (aggettivo)
lùstrino (congiuntivo di lustrare) lustrìno (nome)
màrtiri (persone martirizzate) martìri (plurale di martirio)
mèndico (presente di mendicare) mendìco (nome)
mòndano (presente di mondare) mondàno (aggettivo)
nettàre (infinito) nèttare (nome)
òccupati (imperativo di occuparsi) occupàti (participio passato di occupare)
pàgano (presente di pagare) pagàno (nome o aggettivo)
pàssino (congiuntivo di passare) passìno (nome)
pàttino (presente di pattinare) pattìno (nome)
pèrdono (presente di perdere) perdóno (nome)
persèguito (presente di perseguitare) perseguìto (participio passato di perseguire)
pòrtale (imperativo di portarle) portàle (nome)
prèdica (presente di predicare) predìca (congiuntivo di predire)
prèsidi (plurale di preside) presìdi (plurale di presidio)
prìncipi (plurale di principe) princìpi (plurale di principio)
pròtesi (nome) protési (participio pass di protendere)
pròvino (congiuntivo di provare) provìno (nome)
rasségnati (imperativo di rassegnarsi) rassegnàti (participio passato di rassegnarsi)
règia (aggettivo) regìa (nome)
rètina (nome dell'anatomia) retìna (diminutivo di rete)
rùbino (congiuntivo di rubare) rubìno (nome)
scàldino (congiuntivo di scaldare) scaldìno (nome)
scrìvano (congiuntivo di scrivere) scrivàno (nome)
seguìto (participio passato di seguire) séguito (nome)
spìano (presente di spiare) spiàno (presente di spianare)
stànzino (congiuntivo di stanziare) stanzìno (nome)
stropìccio (presente di stropicciare) stropiccìo (nome frequentativo)
sùbito (avverbio) subìto (participio passato di subire)
témperino (congiuntivo di temperare) temperìno (nome)
tèndine (nome dell'anatomia, imperativo di tenderne) tendìne (plurale di tendina)
tràttino (congiuntivo di trattare) trattìno (diminutivo di tratto)
tùrbina (presente di turbinare) turbìna (nome)
tùrbine (nome maschile singolare) turbìne (nome femminile plurale)
vàluta (presente di valutare) valùta (nome)
vìola (presente di violare) viòla (nome)
vìolino (congiuntivo di violare) violìno (nome)
vólano (presente di volare) volàno (nome)