Matdid, materiali didattici di italiano per stranieri a cura di Roberto Tartaglione e Giulia Grassi, Scuola d'Italiano Roma

 
 

Roberto Tartaglione

 
QUESTIONI DA PORCI
(MA CON LE ALI)

  

 Due romanzi adolescenziali. Ovviamente vietati ai minori!

    

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1976

Sono passati solo 13 anni dal film Comizi d'amore di Pasolini. E l'Italia è cambiata, gli italiani sono cambiati (forse quel mutamento antropologico di cui parlava Pasolini stesso?). Certo, l'argomento "sesso" non è più un tabù: esce il romanzo Porci con le ali, di Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera. Un libro che fa scandalo e che racconta gli adolescenti di quel periodo. Sesso e politica, senza falsi pudori, il tutto narrato con uno stile immediato e un linguaggio crudo, anzi crudissimo. L'anno dopo esce anche il film, tratto dal libro: regia di Paolo Pietrangeli. Per quanto il libro aveva avuto successo il film passa inosservato.

 

2003

Esce il libro (di Melissa P., l'autrice non si firma perché minorenne) 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire. Un libro che racconta gli adolescenti di questo periodo. Soprattutto sesso, senza falsi pudori. Il tutto è narrato con un linguaggio crudo, anzi crudissimo. Due anni dopo esce anche il film tratto dal libro: regia di Luca Guadagnino. Il successo non è certo travolgente.

 

  
Sarà per un fatto "generazionale", ma non abbiamo dubbi: preferiamo Porci con le ali. Prima di tutto perché ci sembra più ricco. E poi perché il fatto che sia stato scritto a quattro mani, cioè da un uomo e da una donna, lo rende decisamente più divertente: la stessa scena, infatti, vista con gli occhi di lui e poi con gli occhi di lei diventa necessariamente più interessante.
Riportiamo qui una scena di sesso tra Rocco e Antonia, i due protagonisti di Porci con le ali: nella prima parte la scena è raccontata da lui; nella seconda la scena è raccontata da lei.
 

da Porci con le ali, di Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera

 
Rocco - Eccola che arriva. Adesso ci baciamo. A lungo, se no sembra brutto. Certe volte mi piace e magari mi andrebbe di fare solo quello. Altre volte mi sembra un po' falso, che quando non pensi ad altro che a tirarlo fuori e metterglielo in mano per convenienza devi mostrarti tenero e appassionato. Adesso forse possiamo passare alle tette. Fra il primo bacio e la figa deve passare almeno un quarto d'ora. Salvo eccezioni che confermano la regola. Come buona regola cominciare vestiti. Poi ci sono due possibilità, o lo spogliamento progressivo, un pezzo alla volta, ognuno con le sue difficoltà, oppure l'improvviso balzo e lo spogliamento in una botta sola, ma in fretta mi raccomando che se no l'atmosfera passionale va a farsi benedire. 
Sì, carezzameli anche tu i capezzoli, lo sai che mi piace da morire. Ti stanno diventando duri duri. Adesso te li bacio, così tu poi baci i miei. Anzi, te li lecco tutti e te li mordicchio anche un po'. Quando me lo tocchi? Adesso mi spoglio. Dai spogliamoci. Come sei bella tutta nuda. Anch'io non sono male, no? Soprattutto con questo missile sulla rampa di Capo Kennedy.
Non ti vengo sopra però. Non subito. Prima facciamo qualche altra cosa. Sì, brava, baciami il petto. Adesso va più giù. La pancia, l'ombelico. Se sospiro e se mi agito un po' forse lo capisce che mi piacerebbe se mi baciasse il biscotto. Ma no, torna su, che cavolo! Ancora sulla pancia. Perché non scende un po'? Adesso le metto una mano sulla testa, le do una carezza sui capelli, però una carezza che da su verso giù, un po' una spintarella insomma, ma che non sembri. Se vuol capire capisce. Ha capito. 
Antonia - Eccomi: profumata che a non saperlo si potrebbe immaginare che faccio pipì numero cinque brevettata a Parigi. Ehi, che sguardo sadomaso! Mi spoglio io, ti spogli tu? Se butto via tutti i vestiti di corsa sembra una tipica sveltina della pausa-pasto. Se mi spoglio con movenze gattesche ho paura di essere ridicola. Se lascio fare a lui finiamo dritto nella Woody Allen Corporation, minimo mi smaglia una calza con l'orologio, mezz'ora per vincere la sana resistenza yankee dei blue jeans eccetera. Per carità. Boh, leviamoci dall'imbarazzo, vada per la sveltina.
Già nudo? Medaglia d'oro alle Olimpiadi del Quanto-mi-tira! È carino tutto spogliato. Ma piano, per favore darling, a mozzicare i capezzoli, non sono mica di plastica sai? Insomma, mi irrita che tu mi guidi la mano come se fossi deficiente, posso essere almeno un po' creativa? E poi mi imbarazzo, lo sai, e guardami negli occhi cretino, non guardarmi le mani, guardami in faccia, non guardarmi addosso, se mi guardi addosso mi sembra di essere...
Be', perché adesso questo scemo non mi viene sopra? Si è dimenticato come si fa? No, ha un'altra idea per la testa. Arrapatissimo. E io? Panico. Certe volte vorrei fare l'amore con un paralitico, Gesù, fagli venire un colpo, bloccalo lì per sempre con le mani sulle mie natiche e gli occhi al cielo. Niente, mi guarda come se fosse sul punto di fare gli esercizi sulle parallele. Ho una sola possibilità per non scoppiare in singhiozzi: prendere l'iniziativa. Gli scendo il corpo di bacino in bacino, slinguata all'ombelico (piccola penetrazione) peletti peletti (mamma ti prego, dammi la forza di resistere in vicinanza-cazzo). Ma questa specie di spintone sarebbe una carezza? Perché sei così ipocrita? Potresti prendermi per l'orecchio sinistro e sbattermi la testa sul tuo coso, non è il caso di inventarsi il trasporto e la passione... No, Rocco, non ti amo per niente, e non è per amore che ti sto leccando l'uccello.
 

 
Per un confronto, una scena di sesso presa da Cento colpi di spazzola
Gli occhi che la descrivono sono quelli di Melissa, la protagonista quindicenne.
 
 

da Melissa P, Cento colpi di spazzola

  
Roberto è arrivato da dietro, mi ha voltato e mi ha baciato con tutta la lingua. Mi ha fatto un po' schifo questo bacio, non era affatto simile a quello di Daniele. Mi trasmetteva la sua saliva, lasciandola colare un po' sulle labbra. L'ho allontanato garbatamente senza fargli capire niente e mi sono asciugata col palmo della mano. Mi ha preso quella stessa mano e mi ha condotto in camera da letto.
"Non puoi accendere la luce?", ho chiesto mentre mi baciava il collo.
"No, mi piace più così".
Mi ha lasciato sul grande letto, si è inginocchiato davanti e mi ha tolto le scarpe. Io non ero eccitata e nemmeno impassibile. Mi pareva di stare facendo tutto solo perché a lui faceva piacere.
Mi ha spogliata come se fossi un manichino in una vetrina, come un commesso svelto e indifferente che sveste il bamboccio senza però rivestirlo.
Viste le mie calze mi ha chiesto stupito: "Ma porti le autoreggenti?".
"Sì, sempre", ho risposto.
"Ma sei una grande maiala!", ha esclamato forte.
Mi sono vergognata del suo commento fuori luogo, ma ancora di più sono rimasta colpita del suo cambiamento da ragazzo bravo ed educato a uomo rude e volgare. Aveva gli occhi accesi e famelici, le mani che frugavano sotto la camicetta, sotto gli slip.
"Vuoi che le lasci indossate?"
"Certo, lasciale, sei più porca".
Le mie guance sono arrossite di nuovo, ma poi ho sentito piano piano il mio focolare accendersi e la realtà allontanarsi gradualmente. La Passione stava prendendo il sopravvento.
Sono scesa dal letto e ho percepito il pavimento incredibilmente freddo e liscio sotto i miei piedi. Aspettavo che lui mi prendesse e mi facesse quello che voleva.
"Succhiamelo, troia!", ha sussurrato.
Non ho badato alla mia vergogna, l'ho scacciata via subito e ho fatto quello che mi aveva chiesto di fare.